Battaglia del Brenta

Battaglia del Brenta
parte delle razzie ungare
Scontro tra un arciere ungaro ed un cavaliere, affresco della Basilica di Aquileia
Data899
LuogoFiume Brenta, Regno d'Italia
CausaIncursione ungara commissionata da Arnolfo di Carinzia
EsitoVittoria schiacciante degli Ungari
Modifiche territorialiNessuna
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
15 0005 000
Perdite
quasi l'intera armataridotte
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La battaglia del Brenta fu uno scontro che vide contrapporsi la cavalleria del regno d'Italia sotto il re Berengario I e quella del principato d'Ungheria, assoldata dal re dei Franchi Orientali Arnolfo di Carinzia, in un luogo non identificato nell'Italia settentrionale lungo il fiume Brenta il 24 settembre 899. Compresa tra le prime battaglie delle razzie ungare eseguite in Europa, la schermaglia si concluse con una schiacciante sconfitta per Berengario I. A seguito della lotta ebbero luogo ulteriori incursioni degli Ungari in Italia. L'invasione provocò l'incendio di molte città, tra cui Feltre, Vercelli e Modena, e di monasteri come quello di Nonantola.

Nel frattempo il nemico di Berengario, Arnolfo di Carinzia, morì nel dicembre dell'899 e di conseguenza gli Ungari, da lui assoldati contro il re d'Italia, lasciarono la penisola l'anno successivo non prima di concludere la pace con Berengario, il quale diede loro molti ostaggi e regali. Sulla via del ritorno gli Ungari furono protagonisti di un "assalto anfibio", un'impresa unica di un esercito di terra in epoca pre-moderna, che li vide attraversare il mare Adriatico per attaccare Venezia; ciononostante l'attacco si concluse con un insuccesso.

Secondo alcuni storici, l'esercito sulla via del ritorno riuscì a compiere conquiste significative in Pannonia, una tappa questa che sarebbe risultata fondamentale per la successiva conquista magiara del bacino dei Carpazi, avvenuta alla fine del 900.


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